




MARIO
SORINI
Il linguaggio pittorico di Mario Sorini, armonioso e ben dosato sia per quanto attiene alla composizione, sia per quanto concerne la stesura cromatica, si inserisce a buon diritto fra le espressioni più significative della tradizione figurativa italiana che, pur in tempi difficili ed epocali cambiamenti culturali ed estetici, ha dato continuità ad un percorso seguito con interesse dagli estimatori, senza lasciarsi sedurre da mode spesso effimere o di scarsa rilevanza. Sorini nel corso della sua attività è rimasto pertanto fedele ai principi che hanno guidato il suo lavoro e la sua creatività, sostenuto dalla forza dei sentimenti, dalla sensibilità interiore, dalla capacità di provare emozioni di fronte alle variegate esperienze proposte dalla vita, dalla quotidianità, dal vissuto personale. Le sue scelte hanno avuto dei punti fermi nell’osservazione della natura, del paesaggio, dei fiori, nella contemplazione della bellezza e nell’analisi della figura umana, distinguendosi per quest’ultima soprattutto nell’esecuzione di ritratti, esemplari sia per la resa fisionomica sia per lo studio psicologico dei soggetti. I ritratti di Sorini infatti sono espressioni di intensa vitalità, immagini di una bellezza esteriore in cui si riflette quella dell’animo, di cui si percepisce la gioia di vivere in una dimensione di serenità. La stessa che ritroviamo oltretutto nei paesaggi dell’artista toscano, che coglie con pienezza l’equilibrio della natura nelle sue proposte stagionali, convertendo il tutto in assonanze armoniose di tinte che decantano la ricchezza delle visioni, le ariose atmosfere, la fragranza di fiori e frutti dipinti con perfetta scelta compositiva e cromatica. L’aspirazione di Sorini ha attinto da inesauribili risorse interiori il senso di una lirica percezione e di una perfezione intesa come ideale di vita, convertite in visioni pittoriche grazie ad una morfologia espressiva sempre in perfetta sintonia con le tematiche.
R. Perdicaro